Vai ai contenuti

Menu principale:

L'ululato del Lupo

.

L' ululato del Lupo
di Luca Cavalli

Commento di Frosinone Parma 2-1

Luca Cavalli - No, a me sabato del Parma non è piaciuto niente, ma proprio niente. E quindi cercherò di spiegare anche il perchè.

Cominciano con la cosa che più mi ha sorpreso: l'approccio alla partita dei giocatori crociati. Dopo aver visto questo Parma, soprattutto nelle due ultime partite, aver ritrovato compattezza, fiducia e giusta concentrazione, tutto mi aspettavo tranne di vedere, in un importante scontro al vertice come quello di sabato, una squadra così impaurita, intimidita e molle, come quella scesa in campo al Benito Stirpe di Frosinone.

Questo purtroppo è stato chiaro già dai primi minuti della partita, contrasti e seconde palle sono stati subito monopolio dei ciociari; e noi così morbidi come il famoso panettone che il bimbo mette nel camino, di quei contrasti non ne abbiamo vinto uno nemmeno per sbaglio.
In poche parole, da tifoso, una delusione, ma anche un grosso interrogativo: com'è possibile affrontare così gli avversari in una partita che aveva tutti criismi per essere la più importante sotto tanti punti di vista?

E qui nasce la mia seconda riflessione: quanto incide nella psicologia di un giocatore la mentalità con cui un allenatore prepara una partita? Perchè credo che proprio da qua nascano un certo tipo di problemi di mentalità d'approccio della squadra.

In poche parole, se la preoccupazione principale di un allenatore (nel preparare una partita) è sempre quella di individuare principalmente come chiudere tutti i varchi alla squadra avversaria e non invece quella di come trovare il modo di aprire varchi nelle difese, il messaggio che arriva a chi poi dovrà scendere in campo è solo uno: la cosa più importante è non prenderle.
E questo alla fine credo che inconsciamente intimorisca i giocatori invece di infondergli coraggio.

Ma veniamo ai fatti: la partita inizia come già descritto in precedenza, con il Frosinone assoluto padrone del campo e il Parma rinchiuso, timoroso ed impaurito, nei suoi ultimi trenta metri come se avesse contro il Barcellona.
Le occasioni conseguentemente, reali o potenziali, per la compagine di casa fioccano, ed è solo un caso se il vantaggio nasca solo da una colossale papera di Frattali. La partita continua ad essere a senso unico nonostante il vantaggio della squadra di casa, con il Parma, oltretutto, incapace di qualsiasi tipo di ripartenza nonostante D'Aversa opti subito per una sorta di 352 con Insigne al fianco di Calaiò e poi ritorni al 433 sghembo delle "penultime" partite.

Ma era chiaro, per tutti coloro che stavano guardando la partita, che il problema non era tanto la posizione di Insigne (non riusciva a far ripartire la squadra), ma bensì l'atteggiamento troppo rinunciatario e la fase difensiva esageratamente troppo bassa che impediva ogni altra cosa se non continuare a difendersi.

La cosa più preoccupante credo che sia proprio questa, cioè il fatto di una squadra già in svantaggio, ma incapace di reagire e soprattutto di cambiare in corsa il canovaccio tattico (cioè in poche parole il vecchio catenaccio e contropiede di rocchiana memoria) preparato in settimana.

E qui credo che le responsabilità del tecnico siano stavolta purtroppo tanto evidenti. Non si può aspettare un intero tempo prima di riuscire a cambiare l'atteggiamento tattico della squadra; in poche parole non si può aspettare il secondo tempo per far salire la squadra ad aggredire più alta e a difendersi (finalmente) salendo.
E infatti era nell'aria raddoppio del Frosinone che puntualmente è arrivato grazie si, ad una splendida punizione di Ciano, ma soprattutto frutto del dominio tattico e non solo, della squadra di Longo.

Ad un certo punto però sembra che la fortuna ci assista: prima si infortuna Sammarco, vero mattatore di categoria superiore del centrocampo ciociaro, e poi addirittura troviamo un gollonzo senza neanche aver tirato mai in porta, anzi, senza mai neanche esserci andati vicino.
E qua la partita un pochino cambia, il Frosinone un po'iniziamo a spaventarlo (ed era ora) e ritroviamo un po' di quel coraggio che una squadra come il Parma dovrebbe dimostrare già dal primo minuto e non solo quando è con l'acqua alla gola.
A questo punto il Parma riesce a prendere un po' di campo; esce finalmente dal buco mentale dove si era rinchiuso (forse già dagli allenamenti in settimana) ed inizia a giocare (finalmente) per le qualità dei giocatori che sono in campo; nel secondo tempo la partita come per incanto si riequilibra, il Parma prende campo e possesso del pallone per lungi tratti di tempo, anche se in modo assai sterile.

La palla gira troppo lentamente e troppo spesso solo in orizzontale, le idee sono poche e spesso confuse e purtroppo il Parma è pure privo di un ariete d'area fisico (questa è una carenza che credo debba essere colmata) che potrebbe in qualche caso aiutare con sponde aeree l'inserimento di qualche compagno di squadra.
In poche parole, contro difese schierate, ormai è chiaro un po' a tutti che se la palla rimane a terra non ci sono nè le idee, nè la velocità necessarie per costruire trame pericolose; e se la palla la si prova ad alzare, non ne prendiamo una neanche a pagarla. Così nel secondo tempo, nonostante il possesso palla sia dalla parte dei crociati, alla fine si conta un solo tiro in porta degno di nota e poco più.

La partita si trascina tanto sterilmente sino alla fine, che il Frosinone non ha dovuto appellarsi ai miracoli per mantenere il vantaggio, e quasto, nonostante D'Aversa abbia cercato con Baraye (deve assolutamente ritrovare convinzione nei propri mezzi), Dezi (sempre più spaesato) e Sligardi (ogni volta più impalpabile) di dare una scossa alla manovra offensiva passando nel finale pure ad un 4231 che però, dal punto di vista offensivo, non ha cavato un ragno dal buco.

L'approfondimento del perchè di tutto questo potrebbe stare solo nell'analisi dei semplici numeri, il Parma, è sia la squadra che ha segnato meno, che quella che ha la peggior differenza reti tra le prime otto della classifica e il suo capocannoniere è Insigne con tre soli gol, tanti come quelli del capitano che perlo più è vicino alla porta come gennaio alle pesche.

Insomma, è chiaro ormai a tutti che il problema del Parma sta soprattutto nel livello offensivo; non è però, come molti pensano, perchè non si hanno a disposizione i Ceravolo, i Caputo o i Matri, ma è perchè questa squadra gioca con una impostazione prettamente difensiva e di rimessa. Gli attaccanti spesso sono molto lontani dalla porta e di conseguenza le occasioni da gol sono rare come le mosche bianche.
In poche parole in questa squadra, così come l'ha fan giocare, farebbero fatica a segnare pure Higuain o Icardi.

E' vero che questo tipo di gioco a volte, soprattutto in questa categoria, può risultare redditizio, ma non credo possa bastare per sognare in grande. Soprattutto e principalmente, credo che il solo contropiede, non basti per far innamorare i tifosi di questo Parma, e aggiungo che la guida tecnica dovrebbe riflettere a fondo su questo sostanziale problema, perchè una meta è facilmente raggiungibile se tutti pensano che il modo per farlo sia quello giusto; altrimenti tutto si complica.

Per esempio, io sono convinto che tutti noi saremmo stati molto più orgogliosi di squadra e tecnico se avessimo perso a Frosinone giocandocela a viso aperto, coraggiosi e aggressivi sin dal primo minuto e non così come se fossimo un Lanciano qualsiasi. Non si può vedere il Parma rintanato nella propria metacampo con la paura folle di prenderle. Questo non è da Parma e non lo sarà mai, e credo che qualcuno debba cominciare a capirlo il prima possibile, altrimenti questo campionato rischierà di essere solo ricordato per lo spettacolo mediocre ed i tanti mugugni.

Per finire mister D'Aversa la prego, ascolti un consiglio: nelle dichiarazioni post partita non abbiamo bisogno di sentirci dire che "dovevamo partire in modo diverso", quello molto modestamente lo avevamo visto pure noi.
Da lei ci si aspetta che dica il perchè si è partiti in quel modo e il perchè quella partenza è durata per tutto il primo tempo!!!
E magari ci si aspetta anche un po' di autocritica su questo (cosa che io personalmente da lei non ho mai sentito una volta, che sia una dopo una sconfitta), perchè ormai è chiaro a tutti, che è lei a mandare in campo i giocatori in un certo modo e nessun altro!

Insomma mister è davvero inutile tutte le volte che si perde sentire parlare sempre di decisioni arbitrali avverse o delle solite fantomatiche occasioni non sfruttate (come se gli altri contro di noi le sfruttassero sempre tutte) o di partite non fortunatissime come ha fatto ieri (la fortuna ieri non c'entra proprio niente); primo, perchè non è la verità e lei lo sa bene, e secondo perchè ne guadagnerebbe molto in simpatia e moltissimo in credibilità nei confronti di noi tifosi (cose queste di cui, mi creda, ha molto bisogno). Sicuramente i tifosi, me compreso, non hanno la preparazione nel merito che ha lei, ma le garantisco, dopo aver visto tanti campionati di alto livello, che non siamo neanche poi così sprovveduti come lei magari crede.

Buon lavoro e buone riflessioni mister, secondo me, ne ha davvero tanto bisogno per poter dare una svolta decisiva a questa stagione, sia sul piano del gioco che sul piano dei risultati!

Torna ai contenuti | Torna al menu