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PARMA - LECCE 0-1


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COMMENTO INGLESE
Un Parma svagato e quindi insulso, inciampa sul Lecce: 0-1 al Tardini, Cuesta bocciato
Sconfitta amara per i Crociati, mai in partita contro i salentini. Decisivo un errore di Suzuki sul cross di Sottil. La reazione non arriva: la squadra di Cuesta è parsa confusa e priva di idee. Di Francesco esulta.

LA CRONACA: BLACKOUT AL TARDINI, IL LECCE PASSA CON MERITO
Il Parma inciampa rovinosamente tra le mura amiche del Tardini, subendo la prima sconfitta casalinga della stagione ad opera di un Lecce solido, organizzato e cinico. L'esame di maturità per la squadra di Carlos Cuesta si trasforma in una sonorissima bocciatura, lasciando dubbi e perplessità nell'ambiente gialloblù dopo l'incoraggiante successo contro il Torino. Il risultato finale di 0-1, che porta i salentini ad agganciare il Parma in classifica, fotografa una giornata storta per i Crociati, apparsi svagati, disattenti e soprattutto tatticamente inconcludenti.
Il gol che decide la partita arriva al 38° minuto del primo tempo: un cross apparentemente innocuo di Sottil dalla destra si trasforma in oro per il Lecce grazie a un clamoroso errore di valutazione e posizionamento di Suzuki. Il portiere giapponese manca completamente l'intervento, spedendo di fatto la palla in rete. Un errore da matita rossa, il secondo grave in questo inizio di stagione, che apre la crisi in casa Parma.
La reazione degli emiliani è fiacca e disordinata. Privi di un vero piano B, i Crociati si affidano a sterili palloni lunghi verso Pellegrino, ben imbrigliato dalla coppia difensiva leccese Gaspar-Tiago Gabriel. La manovra è lenta e prevedibile, con poche sortite degne di nota: un tiro di Bernabè in avvio e uno di Britschgi a fine frazione sono il magro bilancio offensivo. A peggiorare il quadro, l'infortunio di Valeri, fino a quel momento l'unica vera fonte di gioco sulla fascia sinistra, costretto a uscire.
Nella ripresa, Cuesta prova a rimescolare le carte inserendo Almqvist per dare spinta sulla destra e, successivamente, Benedyczak e Juric. Tuttavia, la mossa si rivela controproducente: il Parma perde la sua già labile identità tattica, trasformandosi in un'accozzaglia di attaccanti senza un filo logico. Il Lecce di Di Francesco, invece, gestisce con sapienza, difendendosi con ordine e affidandosi a un attento Falcone, bravo a deviare sopra la traversa l'unico vero acuto gialloblù: un colpo di testa di Delprato al 47°. Cala il sipario sul Tardini: i tremila tifosi salentini festeggiano una vittoria meritata, mentre il Parma deve interrogarsi sull'assenza di carattere e idee mostrata in campo.

LE DICHIARAZIONI DEGLI ALLENATORI: AMARA LUCIDITÀ E ORGOGLIO SALENTINO
Carlos Cuesta (Parma): "Sconfitta giusta, abbiamo giocato male"
Il tecnico gialloblù non cerca alibi e ammette la prestazione insufficiente dei suoi:
"È stata una sconfitta giusta, onestamente. Non abbiamo mai approcciato bene la gara. Dal punto di vista della concentrazione e dell'intensità eravamo sotto il Lecce. Non siamo riusciti a fare il nostro gioco, a costruire come sappiamo. L'errore sul gol è evidente, ma non è quello che ha condizionato la prestazione: abbiamo giocato male in generale. Dobbiamo resettare, analizzare gli errori e capire perché questa squadra oggi non ha avuto la giusta cattiveria. L'eccesso di attaccanti nel finale? Volevo dare un segnale, ma è mancata lucidità."
Francesco Di Francesco (Lecce): "Vittoria di squadra, i ragazzi sono stati perfetti"
Grande soddisfazione per il tecnico salentino, che elogia l'organizzazione e lo spirito dei suoi:
"Siamo contenti, è una vittoria che vale tantissimo perché ottenuta contro una squadra forte come il Parma e in un campo difficile. I ragazzi sono stati perfetti tatticamente. Sapevamo che avrebbero potuto metterci in difficoltà con le ripartenze, ma abbiamo concesso pochissimo. L'errore di Suzuki ci ha agevolato, ma noi eravamo lì, pronti ad approfittare. Questa è una vittoria di squadra, frutto dell'applicazione e del sacrificio di tutti. Ora dobbiamo dare continuità a questa prestazione."

LA RASSEGNA STAMPA: IL PARMA È "RIVELAZIONE MANCATA"
La stampa nazionale e locale non risparmia critiche al Parma dopo la prestazione opaca.
  • Corriere dello Sport: "Lecce, colpo grosso al Tardini. Il Parma si squaglia. Cuesta non trova la quadra e la squadra mostra una preoccupante involuzione rispetto alla gara precedente. La difesa scricchiola, l'attacco non punge. I salentini, invece, meritano i tre punti per organizzazione e cinismo."
  • Tuttosport: "Suzuki sbaglia, il Parma sparisce. L'errore del portiere è il simbolo di una giornata da incubo. La manovra confusionaria e i cambi di Cuesta, che hanno appesantito il reparto offensivo senza logica, sollevano un campanello d'allarme serio per le ambizioni dei gialloblù."
  • Gazzetta di Parma: "Blackout Crociato. Il Tardini fischia la prima sconfitta interna. Il Lecce ha fatto il minimo indispensabile per vincere. Al Parma è mancato tutto: la testa, le gambe, le idee. La squadra è apparsa irriconoscibile, una 'rivelazione mancata' in questa giornata che spegne l'entusiasmo della piazza."

LE PAGELLE DI GIULIANO BOTTOLI
Suzuki
5 Un errore importante, un pasticcio che costa la sconfitta. Qualche buona presa alta, una sola parata su Berisha. Insufficiente.
Delprato 5.5 È il primo a concedere il cross a Sottil che si trasformerà in gol. Ci prova con un colpo di testa allo scadere, deviato alto. Lucido a metà.
Circati 5 Assieme al compagno lascia passare il pallone che regala il vantaggio e i tre punti al Lecce. Perde anche alcuni duelli individuali. Debole.
Ndiaye 5.5 Un paio di diagonali precise nei tempi. Viene ammonito per un fallo pesante su Banda. Poca iniziativa nell'impostazione dal basso. Timido.
Valeri 6 Unica fonte di gioco del Parma attuale (questo dice tutto sul gioco della squadra). Si fa male alla caviglia ed è costretto a uscire. Illuminante (fino all'infortunio).(dal 25° Lovik) 5 Molti gli errori in appoggio. Nell'unica avanzata serve Cutrone in buona posizione che non sfrutta. Troppo poco.(dall'83° Djuric) s.v.
Britschgi 5.5 Suo il primo tiro in porta che impegnerà Falcone al 45°. Poi troppi errori nell'impostazione. Inconcludente.(dal 46° Almqvist) 5 Tanto impegno e tanti errori. Mai pericoloso o incisivo. Disordinato.
Keita 6.5 È ritornato su buoni livelli: tanti recuperi e contrasti vinti, impostazioni senza errori. Perde soltanto un pallone viziato da un fallo non fischiato. Il migliore.
Bernabè 5.5 La squadra si aspetta molto di più dal suo talento, ma è troppe volte fuori dal centro del gioco. Invisibile.(dall'83° Estevez) s.v.
Sorensen 4.5 Troppi palloni persi e nessuna azione degna di nota. Deludente.(dal 67° Benedyczak) 5.5 Una sola conclusione sul finire della gara che finisce sul fondo di poco. Non incide.
Pellegrino 5 Trova un difensore che non gli concede spazi e nessun compagno che fornisca palloni giocabili. Isolato.
Cutrone 5 Ci prova più d'una volta da fuori senza fortuna. Nella seconda parte della gara sparisce dalla scena. Sbiadito.

ByManso - Riprendo dal mio commento finale sulla Vittoria con il Torino: "Dare giudizi quindi non è semplice, perché se il Parma è quello del Primo tempo, è facile prevedere che a parte il culo che ti porta in vantaggio (rigore casuale) i punti che si faranno nel campionato non basterebbero nemmeno per suturare una ferita di dieci centimetri; se invece il Parma è e sarà sempre quello del secondo tempo, si può ben dire che potrà giocarsela tutta 'sta benedetta salvezza. Quel che pare certo, è che per ora la squadra non è poi una squadra. È presto quindi per giudicarla? Dai, speriamolo, perché altrimenti a sema in 'tla merda"!
E qui potrei chiudere dicendo che la risposta ce l'han proprio data alla svelta. Però dai, mica sarebbe giusto, perché qualcosina si può sempre aggiungere, specialmente se si uol notare che il Parma è partito come aveva chiuso (o quasi) con il Torino, ma quei quindici minuti iniziali di ieri potrebbero anche essere figli del brutto approccio del Lecce, che poi nel corso della gara ha capito che il Parma non era poi tutto quel gran che, che si dice in giro e che ha anche ridetto il suo mister a fine partita. E si, soliti Mister del cacchio che per esaltare la propria vittoria passano per esaltare gli avversari anche se questi avversari fanno della scarsità un mantra che il campo può solo che sottolineare.
E Cuesta? Bhe lui ammette che jan fat schifo, ma per dirlo sbaglia tutta la disamina, perché del Parma di ieri, tutto si può dire, tranne che "ha sbagliato approccio". E no, chera al me Cuesta, te dit 'na bela cagheda!
E la Gazza di Parma? Spettacolo, riesce a parlare di "Blackout Crociato" come se fino ad ora il Parma avesse sprizzato luce atomica su tutti i campi della Serie A e della Coppa. Bhe, questi ormai sappiamo di che antipasto indigesto sono, quindi anche oggi gli dedico l'audio di fine pagina, direi che se lo son proprio meritato!   
Insomma, i balordi possono dire la loro, solo se li confrontiamo ai grami, perché tra il correre e lo scappare è difficile saltarci fuori se non sei tu stesso corri o scappi. Noi possiamo solo accumunare il correre con lo scappare e per farlo ci appelliamo al termine che si usa calcisticamente parlando e anche scrivendo: "SON SCARSI".
Solo scarsi? No, tranne qualche "vecchio", che ha già un  anno di esperienza di Serie A, questi giocatori son anche privi di grinta, ed è questo quello che forse piace ancor meno al popolo parmigiano, perchè vva bene essere scarsi, ma se poi non sopperisci a questo non piccolo problema, con la grinta, allora vuol dire che son messi male loro, come per transizione calcistica siam messi male noi, che tifiamo il Parma a prescindere.
La delusione della risposta ricevuta dopo il culo avuto con il Torino, non può che trasparire e perciò impongo all'articolo di chiudersi qui, anche se poi c'è qualche cosa da dire ancora su Cuesta che ieri ha dimostrato di non aver giocato, non solo a calcio, ma neanche a sinalcoli, perché dare la colpa della sconfitta a Suzuki, proprio non si può sul gol che ha preso.
Non si può per chi ha giocato, ma si può per lui che non ha appunto giocato, come non han mai giocato tutti quei commentatori che parlano di errore del portiere come se fosse stata una gatta.
E allora rispondete a questa domanda semplice semplice: quanti gol si vedono in un campionato per merito di traversoni che si infilano sul secondo palo? La risposta è semplice, almeno una decina e non perché i portieri fan gatte simili, ma perché, e chi ha giocato in porta lo sa benissimo, quando partono questi traversoni  (sia alti che bassi) e mirano alla zona di nessuno (tra portiere e attaccanti), il portiere non sa che cazzi prendere, perché o aspetta la deviazione dell' attaccante per pararla o va direttamente sulla traiettoria del cross che potrebbe infilarsi nell'angolino. E provare per credere o guardarsi i tanti gol che arrivano così, il portiere deciderà sempre di aspettare l'eventuale tiro/deviazione dell' attaccante, perché questo gli viene di istinto.
Una volta che l'attaccante per pochi centimetri non la tocca, è poi chiaro che se la palla viaggia veloce, il portiere non la prende più. E quindi cari miei, intenditori di calcio, prima di parlare di gatta, imparate che nel calcio ci son cose che o si conoscono o non si conoscono.
E anche Cuesta, se fosse un uomo con esperienza calcistica, avrebbe dovuto dire quello che ho appena scritto, invece di dare la colpa al suo portiere, perché, chera al me Cuesta, nel calcio non c'è la solo la teoria, ma c'è anche l'imponderabile che ha come padrone l'episodio; e se tu avessi parlato di episodio, spiegando che alla fine gatta non era, magari avresti fatto la figura di quello che di calcio ne sa.
Applaudire costantemente i tuoi giocatori, anche quando fanno una grossa cagata, è un atto di stima di gruppo che è molto bello e fa forse un po' Woke e quindi tanto mi piace questo moderno modo di fare del mister, che per la cagata che ha detto su Suzuki, si merita il mio più sentito applauso invece dell'antico e più usato da tutti, mister compresi, "mo va a cagher"

BYMANSO, AUDIO REGALINO AGLI SCIENZIATI
(fiii.. sa rid)
Per non farmi mancare niente dedico agli scienziati questo audio sentito alla mia prima entrata al Regio quando ero ancora un ragazzino e quando il Loggione del Regio di Parma era famoso in tutto il mondo per essere "Il Teatro Regio di Parma".
  
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