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L'ululato del Lupo

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L' ululato del Lupo
di Luca Cavalli

Commento di Foggia - Parma 0 - 3

Luca Cavalli - Si, ci siamo. La strada intrapresa pare quella giusta, non è ancora bella larga ed asfaltata (e forse vista la difficoltà del campionato non la sarà mai completamente), ma sembra davvero almeno segnata (finalmente) con una certa chiarezza.

E sabato, proprio a confronto con una formazione tignosa e di categoria come l'Avellino, si è visto abbastanza chiaramente. Ci sono pregi, ma ancora esistono alcuni difetti su cui c'è da lavorare.
Veniamo subito ai pregi: quello che credo balzi subito all'occhio è la costante crescita, in queste tre ultime partite, sia dell'autostima personale di ogni singolo giocatore (Scozzarella su tutti, ma anche Mazzocchi, Insigne e Di Gaudio), che quella di squadra. Squadra a cui il palla a terra migliora di partita in partita; sicurezza e qualità, ne sono sicuramente il sintomo più evidente.

E' vero, anche vincere aiuta in questo, ma forse è proprio la ritrovata fiducia sia dei singoli che di gruppo che aiuta a vincere, per cui il confine del vero motivo di questa trasformazione a volte è molto labile.
Questa fiducia ritrovata credo che passi innanzitutto dalla quadratura del cerchio trovata nelle ultime tre partite dal fin troppo criticato mister D'Aversa (e io mi ci metto in mezzo).

L'assetto tattico (modificato anche se il mister in conferenza stampa giustamente nicchia su questo per non dare vantaggi agli avversari) a questo punto sembra davvero la strada giusta da percorrere, questo 433 sghembo, che in fase di possesso è più simile ad un 352, permette di mantenere, sia una sempre buona solidità difensiva, sia una sufficiente imprevedibilità, e dunque pericolosità, che era il vero tallone di Achille di questa squadra.

Non da sottovalutare neppure la scelta di un centrocampo più fisico e difensivo, rispetto forse ad uno più agile ma meno efficace in chiusura; infatti, sembra proprio, dalle ultime partite, che con i "corazzieri" in mezzo al campo la squadra risulti più quadrata, solida, compatta, dove, guadagnare campo per la squadra avversaria è sempre assai complicato e le palle alte quasi una nostra esclusiva. Ma quello che sembra davvero averne guadagnato di più, da un centrocampo così fisico davanti a lui, credo che sia proprio il nostro piccolo regista triestino, che nelle ultime partite pare trasformato rispetto a quel passerotto impaurito che pareva nelle prime uscite.
Giostra il pallone con sempre più precisione e maestria, fa girare la squadra sempre a buoni ritmi e addirittura lotta, contrasta e picchia, quando necessario, neanche fosse un Gattuso qualsiasi.

Anche il miglior assetto difensivo a questo punto sembra trovato, dove il vichingo (speriamo di averlo a Frosinone) a sinistra resta in zona, pronto a dar man forte alla coppia centrale e chiudere da par suo tutto, ma proprio tutto, quello che passa dalla sua parte, e Mazzocchi dall'altra che ha licenza, in fase di non possesso, di stare più alto e attaccare la fascia ora (finalmente) quasi sempre liberata dai tagli continui ed efficaci del laterale davanti a lui.

E parliamo proprio di quel laterale, tale Robertinho da Napoli. La prima cosa che verrebbe da dire è semplice: lui adesso deve giocare sempre, è in una forma psico fisica invidiabile e, questo suo nuovo tagliare continuamente verso il centro, sia senza palla che con la palla, ne sta esaltando le doti sia di velocità che di imprevedibiltà. Questi tagli continui permettono spesso di riuscire a sorprendere, soprattutto in ripartenza, le difese avversarie, mandandole spesso in confusione di marcatura.

Se a tutto questo aggiungiamo pure un Di Gaudio sempre più convinto, che ha pure iniziato a segnare, si dipinge un attacco, compreso un Calaiò a volte troppo sottovalutato, che può pure consentirci di nutrire qualche sogno di grandi dimensioni (tranquilli ho le mani che grattano).

Passiamo ora ai tratti della "giusta strada" che secondo me sono ancora da levigare.
La prima, e credo anche la più evidente a tutti, è sicuramente il caso del "dopo vantaggio". Spesso è proprio qui che secondo me il Parma ancora un po' si perde, nel senso che ha la tendenza, ormai un po' cronica, di smettere di giocare e pensare solo a difendere una volta che ha sbolccato il riultato.
Cosa questa che, abbinata anche a un posizionamento di attesa di 8\10 metri troppo basso, permette spesso agli avversari di prendere campo troppo facilmente e non consente abbastanza ripartenze da creare problemi agli avversari, e questo, per una squadra che ora punta proprio sulle ripartenze in velocità, è un difetto che credo debba essere con il tempo levigato.

La seconda cosa che credo voglia migliorata lungo questa "giusta strada", credo che sia la qualità delle trame di gioco offensive contro le difese schierate. In questo caso le soluzioni offensive sembrano ancora da mettere a punto, la palla gira ancora troppo lenta e con troppi tocchi, e anche il ruolo delle mezzali, in questo particolare frangente, sembra ancora non molto chiaro e alla fine risulta spesso inefficace se non nullo.
A farne le spese in questo inizio di stagione è stato proprio Jacopo Dezi, che fa, soprattutto della sua fase offensiva il suo fiore all'occhiello.

Per finire volevo spendere una parola per la gente del Tardini, dove con gente intendo proprio quel termometro di emozioni sonore, che a Parma risultano a mio parere spesso fondamentali. E' vero, sabato si ha avuto la netta sensazione che sia riscoccata quella scintilla di entusiasmo tra squadra e pubblico che era da tempo che al Tardini non si percepiva, ma è anche altrettanto vero che quel termometro sonoro, spesso criticato da una parte di tifosi, abbia contribuito, se pur a volte con mugugni o fischi, a far si che quella scintilla sia ritornata ad accendersi.

Dunque ragazzi che scendete in campo con la crociata, non abbiate paura di quel sottofondo sonoro, quello prima di tutto fa parte della nostra parmigianità di mai contenti (il tifoso parmigiano è di palato fine), ma fa parte anche del tanto amore che la nostra gente ha verso quella maglia, che, non potendo scuotervi fisicamente nei momenti in cui vi perdete, cerca di sospingervi, svegliarvi, scuotervi, pungolarvi per cercare di farvi reagire da un momento che per qualche motivo non sta andando e non è mai per impaurire o affossare qualcuno.
Se capite questo, cioè il prendere il sottofondo sonoro solo come pungolo e stimolo, sono convinto che il Tardini tornerà presto ad essere quel fortino inespugnabile che per tante squadre crociate del passato è sempre stato basilare per la conquista di traguardi prestigiosi.

 

P. S.: Scusatemi, ma questa volta volevo scrivere anche una piccola appendice a questo mio scritto che mi riguarda. Da poco tempo ho aperto un gruppo di tifosi su Facebook dove chi vorrà potrà venire ad iscriversi per poter parlare un po' di calcio e magari vedere qualcuna delle mie pessime vignette. Nel gruppo cercherò anche di postare, con l'aiuto di tutti, tutte le notizie giornaliere che circolano in rete e non solo sul Parma e che per una sorta di ambizione pseudo giornalistica ho chiamato Parma News 24. (https://www.facebook.com/groups/356601688143449/) Vi aspetto.      

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